Kuziba Teatro

Vassilissa e la Babaracca

di: Raffaella Giancipoli
età consigliata: 6-10 anni
fonte: Vassilissa la bella di Aleksander Afanas’ev
tecnica utilizzata: Teatro d’attore
durata: 55 min

Note:
Vassilissa è una bambina abituata a dire sempre sì, solo sì, sì mamma, si papà, sì a tutti pur di essere amata. E’ una bambina brava e ubbidiente, la figlia perfetta che qualunque genitore vorrebbe: non si oppone, non protesta. Vassilissa si prende cura degli adulti come se l’adulta fosse lei, a tal punto che quando la mamma muore è lei a rassicurare il padre accettando che si risposi. Poco prima di morire, la mamma dona a Vassilissa una bambolina alla quale chiedere aiuto in caso di difficoltà.
Difficoltà che non esitano a presentarsi. La nuova moglie rivela presto il suo cuore di matrigna e costringe Vassilissa ai lavori più umili e faticosi.
Esasperata dalla piccola adulta che si ritrova in casa, la matrigna la manda con l’inganno nel bosco a cercare il fuoco, certa che non farà più ritorno. L’unica ad avere il fuoco sempre acceso è la terribile strega che vive arroccata nella Babaracca, la casa selvaggia con occhi di fuoco con la quale riduce i bambini in polpette. La Baba Jaga invece tiene Vassilissa con sé promettendole il fuoco se riuscirà a superare delle prove impossibili. Grazie all’aiuto della bambolina e alla vicinanza con questa strega da cui tutti fuggono, Vassilissa scopre che non è poi così terribile dire ciò che si pensa per davvero, correndo il rischio di non essere accettati; scopre che il sì ha senso perché c’è il no, che si può essere amati anche quando non si è d’accordo.

A partire dalle tematiche principali della fiaba popolare russa, “Vassilissa la bella”, lo spettacolo indaga temi importanti come la paura di non essere accettati e il lungo percorso che accompagna la crescita e la ricerca della propria identità.

La compagnia:
Kuziba è un diavoletto che vive nelle crepe tra le rocce, nelle fenditure della terra. Nato dalla fantasia yiddish, si materializza nel 2010 dall’incontro di Annabella Tedone, Raffaella Giancipoli e Bruno Soriato. Da quando ha scoperto questo mondo sotterraneo, passa il tempo a fare teatro e si diverte a punzecchiare gli esseri umani. Si nutre delle vite altrui, dorme su giacigli di vecchie carabattole, è goloso di carta stampata. Quando dorme sogna un teatro vivo, fatto per le persone, con le persone, a distanza di braccio; un teatro che non conosce ancora, un teatro che non c’è! Cerchiamo sentieri nel teatro che non c’è, declinando il teatro nella trasformazione di luoghi che siano favorevoli alla nascita di azioni teatrali partecipate.

 

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